OK siamo tornati, i cannibali messicani non ci hanno divorato nemmeno stavolta. Proseguirei con il viaggio dell'anno scorso, ci eravamo arenati in Perù...
Viaggiamo tutto il giorno sotto la pioggia, su una pista spacca otturazioni. Sergio perde il sacco a pelo e non lo troveremo più. Arriviamo a tarda sera in una valle dove vive Arrigo, un volontario italiano che vive lì da 25 anni aiutando le popolazioni andine in collaborazione con il Mato Grosso. Siamo fradici, nel bauletto ci sono due dita d'acqua che hanno inzuppato tutta la mia roba. Per fortuna Arrigo ci ospita e possiamo asciugare parzialmente i vestiti e le nostre ossa.

La valle è verdissima, con tutta 'ste acqua...

Ripartiamo la mattina dopo e andiamo a trovare un altro padre che gestisce una missione "qui dietro" come ci dice Arrigo. 85 km di pista su e giù per le Ande, velocità media 40 km/h.


Torniamo ad arrampicarci su per le Ande e foro dietro...per fortuna la pioggia smette giusto il tempo ri riparare la ruota.




Arriviamo in cima al passo di questa scassatissima pista e nel fare la foto ci accorgiamo che Sergio ha perso una borsa laterale. Torniamo giù a rotta di collo ma niente, scomparsa.

Proseguiamo senza borsa e arriviamo a valle in un bellissimo posto, parco naturale.

SilFraBar ha scritto:
Nel 2004 avevo fatto un conto di circa 800.000 km. Sono passati 12 anni, calcolando circa 30.000 all,anno direi che superano il 1.000.000 di km, mas o meno...

Arriviamo al Canyon del Pato, una stretta gola formata da due Sierre che viaggiano parallele e qui quasi si toccano.

Proseguiamo uscendo da questa stretta valle per entrare in un'altra, che ci porterà sulla costiera panamericana.





Arriviamo il giorno dopo al sito archeologico di Kuelap, un piccolo Machu Pichu.

Questa la strada fatta per arrivare qui.

E vai e vai arriviamo alla frontiera con l'Ecuador. E' un piccolo posto di frontiera dove però ci bloccano. Per un errore alla dogana di Lima il mio permesso importazione è scaduto, e restiamo bloccati qui 24 ore. In tarda mattinata il doganiere mi dice" Mi spiace ma da Lima è arrivato l'ordine di sequestrarti la moto". Devo portarla in un garage e consegnare le chiavi. Fortunatamente il nostro contatto a Lima riesce a chiarire la cosa e nel tardo pomeriggio arriva la Mail da Lima che ci da via libera.

Bravo Adriano, bentornato.

E' sempre bello leggere il tuo resoconto di viaggio.

Come ci alzano la sbarra schizziamo in Equador. Qui il mondo cambia: non che il Perù sia l'America, però vivono discretamente bene. La sbarra di confine è una pianta di bambù, l'asfalto non esiste, per la pista girano maiali e galline varie. trascorriamo un'ora in frontiera perchè l'unico doganiere non sa usare il PC e non riesce a stampare il permesso importazione per le moto. Lo aiuto io (il che è tutto dire!) e alla fine ce ne veniamo fuori. E' buio e la stretta pista è di terra rossa,, e tanto per cambiare piove. Viaggiamo un paio d'ore nella giungla guidando sul sapone e arriviamo in un paesotto dove troviamo una camera. Alle 4 iniziano a cantare i galli e non dormiamo più. Aggiorno la lista cose da viaggio: portare un fucile calibro 12 con cartucce per pennuti.
Il mattino ripartiamo e poco dopo becco un chiodo che mi fora la ruota dietro.

Proseguiamo su questa pista tra scrosci di pioggia e sprazzi di sole (pochi). Si formano solchi nel fango alti 20 cm che ci mettono in difficoltà. Ogni tanto qualche piccolo guado ci lava via il fango dalle moto che altrimenti formerebbe una crosta.

Che bel viaggio! Complimenti! Una domanda, cos'è quella specie di cavalletto che usi per tener su la moto mentre cambi la gomma?

Sono il "crick", due tubi di alluminio uno dentro l'altro. Forati a seconda di dove devo alzare la moto: se l'anteriore l'appoggio è sotto i collettori scarico, per il posteriore appoggio sotto la pedana. Naturalmente puntando sull'appoggio del cavalletto laterale.

Ottima idea per chi non ha il centrale! Autocostruito?